Milano, 6 mar. (askanews) – I manifestanti pro-democrazia hanno continuato a sfilare anche oggi in Myanmar, all’indomani di una nuova riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu divisa sulla risposta agli "appelli disperati" della popolazione. La giunta continua la sua repressione omicida: almeno 55 persone sono state uccise, secondo l’Onu, dall’inizio della rivolta pacifica contro il colpo di Stato del primo febbraio che ha rovesciato il governo civile di Aung San Suu Kyi.
Nonostante ciò, la mobilitazione non si indebolisce in tutto il Paese. Gli appelli di sciopero stanno avendo un impatto significativo su alcuni settori della già fragilissima economia del Paese, con banche e ospedali chiusi e uffici ministeriali vuoti. I media di Stato hanno esortato i funzionari a tornare al lavoro, in caso contrario "saranno licenziati dall’8 marzo".