Milano, 12 feb. (askanews) – "E’ il sogno di un ragazzo arrivato a Milano ventenne, quello di arrivare nel cuore di Milano e un giorno aprire una attività mia". Terrazza 12 è un sogno che si realizza, ma anche una scommessa per Dante Di Paolo, ristoratore di origini abruzzesi che a Milano ha legato il suo nome allo storico A’Riccione, punto di riferimento per gli amanti della cucina di pesce. La pandemia lo ha costretto inizialmente a spegnere i fornelli, a virare, come tanti, su delivery e asporto, togliendogli il piacere dei clienti in sala, del servizio ai tavoli, dei commenti a fine pasto. Ma non gli ha tolto il coraggio. Quello di scommettere ancora una volta su Milano aprendo un nuovo locale all’ultimo piano del palazzo Brian&Barry in San Babila.
"L’idea di questa apertura è iniziata prima della pandemia e l’idea è stata quella di portarla avanti comunque. Durante il lockdown abbiamo lavorato, preparato la location sperando che tornassero tempi migliori", ha detto ad askanews.
Ora quel tempo sembra arrivato con la Lombardia in zona gialla che consente il servizio ai tavoli a pranzo e all’orizzonte la possibilità che si riapra a cena, se i numeri della pandemia lo consentiranno. "Io credo tanto in questa location, credo tanto nella città di Milano – ha aggiunto – perchè Milano sono convinto che tornerà la città che era un anno fa, piena di stranieri, viva. A Milano basta che si dia la possibilità di uscire di casa e Milano si riempie di gente, lo noto nel fine settimana quando Milano è piena di gente".
Dal 2000, quando insieme al fratello rilevò il ristorante A’ Riccione dalla famiglia romagnola Metalli, Dante Di Paolo non si era mai fermato. Al locale storico di via Taramelli, frequentato negli anni da nomi del calibro di Charlie Chaplin e Ugo Tognazzi, nel 2008 aveva affiancato il bistrot di via Procaccini scommettendo sempre sulla cucina di pesce. Poi il Covid, piombato imprevedibile sui progetti futuri: "Quando è scoppiata la pandemia, circa un anno fa, è stato un colpo durissimo, io devo ringraziare i miei clienti – ha detto – perchè quando ho chiuso l’attività mi sono reinventato col delivery portando il mio cibo a casa loro e questo ha fatto sì che continuassi a lavorare nonostante le difficoltà".
I tavoli apparecchiati con vista sulle guglie del Duomo, la torre Velasca che si impone all’orizzonte, sono un valore aggiunto per questo locale, che ha in carta la certezza dei piatti firmati dallo chef della casa, Marco Fossati "La base – ha spiegato lo chef – sarà sempre il pesce di altissimo livello soprattutto ostriche e crudo. Abbiamo inserito alcuni piatti di carne per dare una scelta maggiore però si basa soprattutto sul pesce come negli altri due".
Terrazza 12 è un atto di fiducia nei confronti di una città che nell’ultimo anno è stata costretta a rintanarsi in casa, ha visto chiudere gli uffici, il centro svuotarsi. Ma che Di Paolo scommette sia pronta a tornare a vivere fuori: "E’ stata un’apertura a 200 all’ora, una apertura fortissima – ha raccontato – perchè la gente ha voglia di uscire, ha voglia di tornare alla normalità, che è ancora limitata". E mentre Terrazza 12 accoglie i suoi primi clienti di una Milano ferita dalla pandemia, Dante Di Paolo inizia a pensare al prossimo ristorante , questa volta a base di carne.
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