6 agosto 1980 – A Palermo, in via Cavour, viene assassinato il Procuratore Capo Gaetano Costa. L’omicidio era stato ordinato dal boss Salvatore Inzerillo dopo che il magistrato aveva firmato un mandato di cattura nei confronti di Rosario Spatola, ex venditore di latte poi diventato uno degli imprenditori responsabili del cosiddetto “Sacco di Palermo”.
Insieme al capo dell’Ufficio Istruzione Rocco Chinnici e al giudice Cesare Terranova, suo grande amico, il Procuratore aveva preso in mano l’indagine avviata prima da Boris Giuliano, assassinato nel 1979, e proseguita dal capitano dei Carabinieri di Monreale Emanuele Basile, anche lui ucciso tre mesi prima: l’inchiesta riguardava il traffico di droga gestito congiuntamente dalla Cosa Nostra siciliana e da quella americana.
Al momento di emettere i 40 mandati di arresto, tra cui quello di Spatola, si erano rifiutati di firmare i Sostituti Procuratori: Pietro Grasso, poi divenuto Procuratore nazionale antimafia e Presidente del Senato della Repubblica, e Giusto Sciacchitano, anch’egli in seguito Procuratore nazionale antimafia. A Sciacchitano è stato in seguito sequestrato un albergo abusivo a Palermo centro, dopo una denuncia del programma televisivo Le Iene.