26 Novembre 1956 – Il servizio segreto italiano (SIFAR) e quello americano (CIA) sottoscrivono un protocollo d’intesa sulla fondazione di una rete clandestina denominata “Gladio”, il cui obiettivo è di controllare e contrastare la crescita del comunismo in Italia, visti i timori statunitensi circa un’espansione sovietica in Europa occidentale.
Giulio Andreotti, in veste di Presidente del Consiglio, rivelerà alla Camera dei Deputati l’esistenza di Gladio solo nel 1990, a Guerra Fredda ormai finita.
Pur non esistendo nulla di accertato, sono state fatte molte ipotesi circa il ruolo svolto dall’organizzazione, o da parti deviate di essa, durante il periodo della cosiddetta “strategia della tensione”; diversi ex terroristi e militari hanno parlato del coinvolgimento di Gladio nella strage di Piazza Fontana, nel Golpe Borghese, nel rapimento di Aldo Moro, nella strage di Bologna e in diversi altri attentati e omicidi. L’organizzazione è stata anche messa in relazione con la Loggia P2, sezione deviata della massoneria con finalità eversive.
Persino il giudice Giovanni Falcone stava indagando su Gladio quando venne ucciso.
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