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La prima morte del Pirata

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“Mi sono rialzato, dopo tanti infortuni, e sono tornato a correre. Questa volta, però, abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sarà per me molto difficile.”

5 giugno 1999 – A Madonna di Campiglio, poco prima della partenza della tappa del Giro d’Italia, vengono resi pubblici i risultati dei controlli svolti dai medici dell’UCI a Marco Pantani: in tali test, il valore di ematocrito rilevato al cesenate è del 52%, oltre il margine di tolleranza dell’1% rispetto al limite massimo consentito dai regolamenti, 50%.

Il “Pirata” viene sospeso per 15 giorni, con la conseguente esclusione dalla corsa, mentre è in maglia rosa con oltre 5 minuti di vantaggio sul secondo. La squadra del Pirata, la Mercatone Uno-Bianchi, si ritira in blocco dal Giro. Paolo Savoldelli, secondo in classifica, rifiuta di indossare la maglia rosa, rischiando la squalifica.

Stando a quanto dichiarato da Andrea Agostini, all’epoca portavoce della Mercatone Uno, Pantani aveva effettuato due controlli, il venerdì sera e il sabato pomeriggio, quest’ultimo presso un centro medico specializzato di Imola: entrambi i test avevano evidenziato un ematocrito al 48%, entro i limiti stabiliti.

L’episodio segna l’inizio di una lunga spirale di eventi, segnati dalla depressione e dalla dipendenza dalla cocaina, che porteranno in pochi anni alla morte del campione romagnolo.

Nel 2016, la Procura della Repubblica di Forlì che indagava sul caso ha concluso che “un clan camorristico minacciò un medico, per costringerlo ad alterare il test e far risultare Pantani fuori norma”, ma ha dovuto comunque richiedere l’archiviazione delle indagini a causa dell’intervenuta prescrizione dei reati.

Jack Sentenza

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Jack Sentenza

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