Roma, 28 dic. (askanews) – L’Innovazione tecnologica porta speranza per i pazienti affetti da malattie fino a qualche anno fa a prognosi infausta, oggi invece riconducibili ad una cronicizzazione se non addirittura in alcuni casi ad una guarigione. Un caso paradigmatico di questo evolvere è senz’altro rappresentato dall oncologia e dall oncoematologia, dove lo sforzo di trovare sempre migliori armi per combattere malattie prive di terapie efficaci e ben tollerate, è stato ed è una vera e propria lotta contro il tempo, per molti ricercatori, per molti clinici, per molte famiglie. Ma le tante speranze e la grande voglia di innovazione devono trovare conciliazione con la sostenibilità dei sistemi sanitari che in tutto il mondo vedono contrarsi gli investimenti attribuiti alla salute. E le reti oncologiche possono dare un grande contributo. E’ il tema affrontato nel terzo di tre webinar organizzati da Motore Sanità, dal titolo "Focus Veneto: Governance dell’Innovazione in oncologia e oncoematologia", che ha visto confrontarsi pazienti, clinici, industria e istituzioni.
Reti quindi come elemento fondamentale per una concreta risposta. Lo ribadisce Gianpietro Semenzato, Professore dell Università degli Studi di Padova, Ematologo e Immunologo Clinico, già Direttore della Ematologia e Immunologia Clinica dell’Azienda Ospedale-Università di Padova. Semenzato è il Coordinatore Tecnico Scientifico della Rete Ematologica Veneta:
"Le reti oggi sono organismi che ci permettono innovazione ed appropriatezza. Attraverso la condivisione dell’approccio dianostico, l’uniformità dei trattamenti, permette di ottimizzare la gestione clinica, gli aspetti organizzativi e quindi la razionalizzazione delle risorse con la sostenibilità delle cure, perchè oggi i farmaci che escono innovativi aumentano la prospettiva di vita dei pazienti ed in alcuni casi la guarigione nell’ambito oncoematologico. Cosa che non era possibili negli anni scorsi. Questo è decisamente un aspetto fondamentale delle reti".
Per rendere l’innovazione realmente capace di accelerare nel suo impatto diretto sulla salute dei pazienti servono però soluzioni urgenti, capaci di superare le attuali criticità di sistema. Come evidenzia il professor Pierfranco Conte, ordinario di Oncologia all’Università di Padova e Direttore dell Oncologia Medica 2 dell Istituto Oncologico Veneto: "I sistemi di reti oncologiche già rappresentano un primo passo in avanti, perchè a ulteriore riprova della rigidità e incongruità del sistema sanitario, il sistema aziendalistico è l’altro esempio, laddove ogni azienda ha il suo budget. Quindi un paziente che fa un intervento chirurgico presso un ospedale, la Tac di controllo in un altro, così come la radioterapia, ogni volta il costo viene conteggiato su un budget diverso e addirittura anche se queste cose vengono fatte nel posto giusto, per queste istituzioni la procedura fatta in un’altra istituzione è un danno, perchè obbliga a dirottare una parte del budget su un’altra istituzione, che è veramente un assurdo".
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