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Ribelli ruandesi negano coinvolgimento nell’agguato ad Attanasio

Roma, 23 feb. (askanews) – Le bandiere dell’Italia e dell’Unione europea a mezz’asta

davanti a Montecitorio, presso la sede del Parlamento europeo e in molti altri luoghi d’Italia in omaggio all’ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo, Luca Attanasio, ucciso ieri in un agguato assieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e a un autista del Programma alimentare mondiale.

La Farnesina ha assicurato il massimo sforzo per arrivare a una corretta ricostruzione del tragico attacco e ha chiesto la massima cautela nelle ricostruzioni mediatiche che potrebbero rivelarsi approssimative o fuorvianti. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio riferirà nelle prossime ore in Parlamento.

Intanto, le Forze Democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr), secondo alcuni coinvolte nell’assalto, hanno negato di essere responsabili e hanno chiesto alle autorità congolesi e alla Monusco "di fare luce sulle responsabilità di questo vile assassinio". Secondo il gruppo ribelle, il convoglio con l’ambasciatore italiano e il carabiniere sarebbe stato attaccato in un’area conosciuta come le "tre antenne" vicino a Goma, al confine con il Ruanda, "non lontano da una postazione delle forze armate locali e dei soldati delle Forze di Difesa ruandesi" che indicano come possibili responsabili dell’attacco.

Mentre si indaga, a Kinshasa tutti ricordano con affetto l’ambasciatore italiano Attanasio.

"Questo ambasciatore ci ha sostenuto molto nel nostro distretto di Midema,è stato molto caritatevole, ricordo persino che mi ha regalato un orologio. Mi dispiace molto che sia morto, che possa riposare in pace", dice Aristote, che abita vicino all’ambasciata.

"Questa questione dell’insicurezza nell’Est della Repubblica Democratica del Congo finora ha fatto molte vittime – dice Tresor, altro residente della città – oggi tutti sono preoccupati, un ambasciatore inviato nella Repubblica Democratica del Congo è appena morto, una cosa che ci preoccupa tutti".

Redazione

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