Milano, 31 mar. (askanews) – "Io sono stato in Germania durante il mio periodo estero del PhD e lì ho conosciuto una serie di ragazze e ragazzi che, a parità di ruolo dell assegnista di ricerca, avevano dei contratti molto più dignitosi. Ad esempio avevano stipendi più alti o comunque maggiori garanzie, o anche una facilità di accesso a maternità e paternità"
La Scuola Sant Anna di Pisa accende i riflettori su una figura decisiva all interno del mondo universitario ma che in Italia non è sufficientemente riconosciuto, soprattutto a confronto con altri Paesi. Parliamo degli assegnisti di ricerca, che spesso all estero hanno un inquadramento, un sistema di carriera e un insieme di tutele e diritti, molto più avanzati. In Italia gli assegnisti sono circa 15 mila e alla Scuola Sant Anna 230, la rettrice Sabina Nuti
"Le università che riescono a vincere dei progetti, per esempio su bando internazionale, progetti della Commissione europea, devono mettere in piedi dei team di ricerca e gli assegnisti sono assoltuamente parte di questi team. Sono giovani dai 28 i 35 anni, sono molto bravi, mettono tutta la loro passione e energia al servizio della ricerca".
Durante l’evento online organizzato dalla scuola, il ministro dell’Università, Cristina Messa, ha spiegato che è in esame in Commissione alla Camera un disegno di legge che punta a migliorare la situazione dei ricercatori, mentre Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha annunciato la sottoscrizione di una convenzione proprio con la Scuola Sant’Anna, che agevoli le condizioni di vita degli assegnisti di ricerca, garantendo loro maggiori prospettive per il futuro.