17 febbraio 1600 – A Roma, con la lingua chiusa in una morsa affinché non possa parlare, Giordano Bruno viene arso vivo a Campo dei Fiori in esecuzione della condanna a morte per eresia inflittagli dall’Inquisizione della Chiesa romana.
Le più gravi colpe imputate al frate e filosofo napoletano sono le sue affermazioni sull’infinità dell’universo e sul movimento rotatorio della Terra.