75 coltellate. 20 minuti di aggressione. Ma secondo la Corte d’Assise di Venezia non c’è stata nessuna crudeltà. Filippo Turetta ha guardato Giulia Cecchettin negli occhi mentre la uccideva. Comprovata Cassazione, però, riconosce integrata la crudeltà solo se il dolore inflitto dall’assassino supera la sofferenza necessaria ad uccidere. Dunque, secondo i giudici, Giulia non ha sofferto abbastanza. E quella di Turetta è stata solo “inesperienza”. Se settantacinque coltellate non bastano, se venti minuti non sono sufficienti, se cancellare un volto non rientra nella crudeltà, allora sì, ci stiamo lentamente abituando all’orrore. Stiamo anestetizzando la coscienza. E domani sarà ancora più facile dire: “Non è un assassino. È solo un uomo inesperto”.
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