Gli sguardi della gente, le domande, la curiosità, le prese in giro: da bambina Oxana ha sofferto molto per il suo albinismo, o meglio per come gli altri glielo facevano percepire. Per anni si è sentita diversa, discriminata per il colore della pelle e i tratti somatici. A Fanpage.it ha raccontato di quanto sia stato difficile integrarsi a scuola, dove continuamente veniva derisa e isolata: "Prendevano un foglio, me lo mettevano accanto e dicevano: sei bianca come un foglio. Lì ho iniziato a notare la mia differenza". Di tutto questo non ha mai parlato con nessuno, neppure con sua madre: si è chiusa in se stessa e ha costruito una barriera tra sé e il mondo circostante, per soffrire di meno. Crescendo ha capito che questo era sbagliato: «Non parlare era un modo per proteggermi, ma che mi stava uccidendo a fuoco lento». Ha trovato nella moda il suo canale d’espressione, per prendere confidenza col suo corpo e imparare finalmente ad accettarsi e amarsi. Questo ha migliorato il suo rapporto con gli altri ed è finalmente riuscita a raccontare gli episodi di bullismo subiti: «Se noi stessi pensiamo male di noi, cosa penseranno gli altri? Inizia tutto dentro di noi». Oxana sa cosa significa non sentirsi abbastanza, sentirsi diversa, pensare di non meritare l’affetto altrui. Nel suo caso è stato l’albinismo a renderla una "diversa", ma quotidianamente chiunque può sperimentare queste sensazioni per qualunque altro motivo. La società è bravissima a trovarne e a puntare il dito contro chi non rientra in certi canoni. Per tutti loro il consiglio di Oxana è non abbattersi, amarsi e capire il proprio valore: «Sì sono diversa, ma posso farcela».
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