15 Dicembre 1969 – Tre giorni dopo la strage di Piazza Fontana, l’anarchico Giuseppe Pinelli muore precipitando dal quarto piano della Questura di Milano.
Fermato dalla Polizia poche ore dopo l’attentato, l’uomo si trovava sottoposto ad interrogatorio nella stanza del commissario Luigi Calabresi mentre erano abbondantemente scadute le canoniche 48 ore e il fermo era quindi divenuto illegale. Pinelli sarà in seguito riconosciuto totalmente estraneo alla strage.
Considerato il clima arroventato del tempo, l’episodio scatena una perversa catena di eventi che porteranno all’assassinio dello stesso commissario Calabresi, per cui saranno condannati Adriano Sofri e altri leader del movimento Lotta Continua. Il giudice Carlo Biotti, che ordinerà la riesumazione della salma di Pinelli per l’autopsia, sarà prima ricusato dai difensori di Calabresi, poi sospeso dal CSM, infine persino accusato dagli intellettuali del tempo di aver inquinato il processo (Lettera aperta a L’Espresso, da Wikipedia). Biotti morirà d’infarto dopo anni di battaglie legali e poco dopo essere stato assolto con formula piena da qualsiasi addebito.
Il caso Pinelli verrà chiuso dal giudice Gerardo D’Ambrosio, che attribuirà la morte ad un malore senza ordinare alcuna autopsia.
La storia dell’incidente in questura sarà magistralmente messa in scena da Dario Fo con lo spettacolo teatrale “Morte accidentale di un anarchico”.