Milano, 9 mar. (askanews) – Sulle le reti a banda larga e l’accesso "noi non andiamo bene come Paese, stiamo lasciando indietro parti del Paese e devo dire che con questa pandemia ammbiamo tutti imparato a lavorare da remoto ma c’è il rischio che questo allarghi alcune distanze invece che chiuderle". Lo ha sottolineato il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, nel corso di un webinar organizzato dall’Asvis, nella sua prima uscita ufficiale nel nuovo ruolo.
"Quando si dice che in alcune aree del paese ci sono il 90% di scuole connesse e in altre 60% può sembrare una piccola differenza – ha spiegato Colao – ma vuol dire che in alcune aree escludiamo degli studenti quattro volte di più che in altre. Questo è inaccettabile, crea uno svantaggio di vita terribile. Leggevo una ricerca che dice che il differenziale nell’apprendimento comincia ad essere molto visibile dopo 8-12 settimane quindi non ci possiamo permettere di avere alcune aree del paese così stvantaggiate e così a lungo".
"Stiamo rivedendo i piani. Forse dovremo spendere di più di quello che è stato previsto fino ad oggi ma soprattutto bisogna fare, realizzare. Non ci possimao più permettere di perdere tempo. Non possimao permetterci di avere anni di ritardo nella realizzazione della banda ultralarga e nell’accesso distribuito", ha concluso Colao.