Milano, 15 feb. (askanews) – Sull’Ucraina il presidente russo Vladimir Putin è pronto a negoziare. "L’Ucraina è solo una parte della questione, di un più ampio problema di garanzie di sicurezza per la Russia e, ovviamente, il presidente Putin è disposto a negoziare", ha detto il suo portavoce Dmitry Peskov alla Cnn, mentre ieri il ministro degli Esteri Sergei Lavrov aveva garantito che Usa e Nato sono pronte per "seri negoziati" con Mosca su aspetti della sicurezza.
Ma gli Usa non abbassano la guardia e si dicono pronti a qualsiasi eventualità. "Siamo in un periodo in cui un’invasione può iniziare in qualsiasi momento", ha detto la vice portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre.
"Non commenteremo i dettagli delle informazioni dell’intelligence se non per dire che l’invasione potrebbe iniziare questa settimana, nonostante le diffuse speculazioni che si sarebbe svolta dopo le Olimpiadi".
Un aspetto è ormai chiaro ai russi. Le scelte della Casa Bianca di Joe Biden oggi sono ben diverse da quelle del 2014, quando i funzionari di Barack Obama assistettero all annessione della Crimea. E questa situazione mette ulteriore pressione su Putin, costringendolo a prendere una decisione definitiva: o tutti indietro, dipingendosi come un pacificatore, o l alternativa più invisa a tutti.
Ieri è stata chiusa l’ambasciata americana a Kiev, spostata a Leopoli, dopo che il presidente ucraino Volodomyr Zelensky aveva criticato i Paesi che trasferiscono le proprie ambasciate da Kiev, in conferenza stampa con il cancelliere tedesco Olaf Scholz che oggi è a Mosca. Mentre oggi a Kiev arriva il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio.
Nel fratempo la difesa russa ha annunciato l’inizio del rietro delle truppe impegnate nelle esercitazioni intorno all’Ucraina, le stesse che rappresentano la principale minaccia alla pace secondo gli Usa.
Servizio di Cristina Giuliano
Montaggio Alessandro Violante
Immagini Afp, Dc Pool, Ministero della Difesa russo
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