Un uomo e una donna si incontrano e nasce una bella storia d’amore: l’unico inconveniente? Lui è alto poco più di 130 centimetri.
Gradevole commedia francese, ben scritta e diretta da Laurent Tirard
e ben interpretata dalla coppia dei protagonisti, molto affiatati tra di loro. È una storia semplice semplice ma non così banale a guardarla con attenzione.
Lei è un avvocato che trascina stancamente una relazione con il marito da cui è separata da tempo almeno negli affetti (sul lavoro no: lui condivide con lei lo studio).
Alexandre (Jean Dujardin) è un architetto di fama che apparentemente se ne sbatte del problema fisico che lo accompagna da anni: è piccolo piccolo, “alto” appena 136 centimetri.
Lo chiamano nano anche se non è affetto da nanismo: è solo basso di statura, parecchio basso.
Lui basso e sicuro di sé, lei alta, bella e fragilissima.
La storia segue lo schema classico della commedia sentimentale degli opposti: l’incontro casuale tra i due, l’imbarazzo di lei per la condizione fisica di Alexandre e poi un continuo tira e molla più.
Tutto a causa dei condizionamenti di lei che non si sente libera di buttarsi in un rapporto che, al di là della questione fisica, chiede una decisione sulla vita e una responsabilità che la donna non riesce ad accettare.
Ben strutturato, con tanti momenti comici, soprattutto per la presenza di spalle efficaci come la segretaria della protagonista.
Il film, dopo le consuete schermaglie, arriva nella seconda parte alla domanda vera che sostiene qualsiasi rapporto, in fieri e non.
Il tema della libertà, che non è soltanto essere liberi da condizionamenti, pregiudizi: è un affidarsi all’altro, con tutti i propri limiti e i propri pregi, sicuri, come ricorda la bella sequenza finale, un lancio nel vuoto che si conclude con un abbraccio.
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