Un uomo e una donna si incontrano e nasce una bella storia d’amore: l’unico inconveniente? Lui è alto poco più di 130 centimetri.
e ben interpretata dalla coppia dei protagonisti, molto affiatati tra di loro. È una storia semplice semplice ma non così banale a guardarla con attenzione.
Lei è un avvocato che trascina stancamente una relazione con il marito da cui è separata da tempo almeno negli affetti (sul lavoro no: lui condivide con lei lo studio).
Alexandre (Jean Dujardin) è un architetto di fama che apparentemente se ne sbatte del problema fisico che lo accompagna da anni: è piccolo piccolo, “alto” appena 136 centimetri.
Lui basso e sicuro di sé, lei alta, bella e fragilissima.
La storia segue lo schema classico della commedia sentimentale degli opposti: l’incontro casuale tra i due, l’imbarazzo di lei per la condizione fisica di Alexandre e poi un continuo tira e molla più.
Tutto a causa dei condizionamenti di lei che non si sente libera di buttarsi in un rapporto che, al di là della questione fisica, chiede una decisione sulla vita e una responsabilità che la donna non riesce ad accettare.
Il film, dopo le consuete schermaglie, arriva nella seconda parte alla domanda vera che sostiene qualsiasi rapporto, in fieri e non.
Il tema della libertà, che non è soltanto essere liberi da condizionamenti, pregiudizi: è un affidarsi all’altro, con tutti i propri limiti e i propri pregi, sicuri, come ricorda la bella sequenza finale, un lancio nel vuoto che si conclude con un abbraccio.
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