Milano, 20 feb. (askanews) – La valvola Charlotte è nata in otto ore: è bastata una giornata di lavoro al team di Isinnova per permettere la trasformazione di una maschera da snorkeling di Decathlon in un casco per la respirazione destinato ai pazienti positivi al Covid-19. E’ marzo 2020, Brescia è nel pieno della prima ondata di coronavirus: negli ospedali letti per pazienti non ce ne sono più, i malati aumentano e mancano respiratori e caschi C-pap. "Stavamo per iniziare lo smartworking quando veniamo contattati da un medico in pensione, il dottor Renato Favero, che è l’inventore della maschera da snorkeling convertita in maschera respiratoria", racconta il ceo di Isonnova, Cristian Fracassi, un anno dopo quei giorni frenetici. "E’ venuto qui, ci ha posato una maschera e ci ha detto: ‘L’ho usata al mare, secondo me può andar bene come maschera respiratoria. A voi la palla’", ricorda Fracassi.
Il team di ingegneri si mette al lavoro e in poche ore disegna la valvola che si aggancia al boccaglio e dà nuova vita alla maschera da sub. Il prototipo è realizzato con una stampante 3D; tre giorni di test e poi via in corsia. "Tutto – dice Fracassi – si è svolto in maniera molto veloce e poco tradizionale: noi non avevamo tempo perché sapevamo che i pazienti stavano morendo e servivano maschere per respirare ossigeno".
L’idea di Isinnova dà ossigeno ai pazienti e tregua agli ospedali; così si sparge la voce della valvola da agganciare al boccaglio e incominciano a fioccare le richieste. Nello spirito di quei giorni, Fracassi e il suo team decidono di non monetizzare l’intuizione e mettono online gratuitamente il file per permettere a tutti di realizzare la valvola Charlotte con una stampante 3D. "Un’impresa eccezionale e fuori dal comune: sono convinto che la forza di questo progetto sia stata la condivisione. Mettere il file online e gratuitamente ha permesso di arrivare in Brasile, Argentina, Burundi, Uzbekistan: abbiamo toccato mezzo mondo con oltre 150mila maschere, solo 15mila negli ospedali italiani. E in pochissimo tempo".
Isinnova conta di aver stampato in un tutto un centinaio di valvole Charlotte, "solo l’1% del progetto". Il resto è stato prodotto da altri "makers", anche aziende come Leonardo e Ferrari che hanno scaricato il file e apportato modifiche al progetto iniziale per migliore la Charlotte nel design e nei materiali: "Abbiamo individuato 21 modelli diversi", conteggia Fracassi che li colleziona (quasi) tutti nel suo ufficio di Brescia.
In un anno di lavoro, ragiona il ceo, "abbiamo dimostrato che quando serve velocità la tecnologia può servire a salvare vite. La stampa 3D è stata fondamentale; senza non avremmo potuto aiutare nessuno: abbiamo dimostrato che la stampa 3D non è solo uno strumento per realizzare portachiavi o piccoli oggetti che sembrano giocattoli". L’intuizione e l’impegno nel rendere condivisibile e gratuito il progetto finale ha portato Fracassi direttamente al Quirinale: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha premiato con la medaglia di Cavaliere al merito. "E’ stata la ciliegina sulla torta; Mattarella si è complimentato personalmente per quello che abbiamo fatto. E’ un premio a cui tengo particolarmente e che ho sempre qui in ufficio perché lo voglio condividere con tutto il team: il nostro – chiosa – è stato un lavoro di squadra".
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