La sceneggiatura di “Un maledetto imbroglio”, film del 1959 diretto da Pietro Germi, nacque da un romanzo pubblicato due anni prima da Garzanti.
Quando Pietro Germi decise di portare sullo schermo la storia narrata da Carlo Emilio Gadda in “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, il regista genovese aveva un bel problema da risolvere perché la cosa non era semplice.
Il linguaggio complesso e originalissimo del romanzo, con neologismi e citazioni classiche e tecniche, poteva far pensare ad una messa in scena da cinema d’avanguardia.
E invece Germi prese la storia di Gadda portandola su pellicola con un taglio narrativo classico. E ne fece un noir, un grandissimo noir, il primo grande film noir della storia del cinema italiano.
Nel film la storia non è ambientata nel 1927, nell’era fascista come nel romanzo, ma negli anni ’50.
Il protagonista è il commissario Ciccio Ingravallo, interpretato dallo stesso regista, alle prese con un omicidio dai risvolti torbidi tra ipocrisie e meschinità di un microcosmo piccolo borghese del centro di Roma.
Il cast del film funziona perfettamente nei ruoli: Claudia Cardinale, Nino Castelnuovo, Franco Fabrizi, Claudio Gora, Eleonora Rossi Drago. E anche nella scelta delle parti secondarie appaiono caratteristi eccellenti come l’immancabile Saro Urzì e Silla Bettini.
Le immagini sono in un contrastato bianco e nero ed immergono lo spettatore nella Roma assolata e caldissima dei giorni di luglio dall’androne ombroso del palazzo di piazza Farnese, dove inizia la vicenda.
La struggente canzone che è tema principale del film si intitola “Sinnò me moro” ed è cantata da Alida Chelli su musica del maestro Rustichelli.
Buona visione.