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Vaccinazioni #covid finalmente dentro il padiglione

Dove eravamo rimasti?

Ah si in coda per un’ora e trenta davanti al padiglione delle vaccinazioni.

Prima di entrare – Leggi il post che descrive l’attesa prima di accedere al padiglione

E’ arrivato il momento di entrare.

Infatti uno dei vigilantes da il via all’ingresso al padiglione, lasciapassare per dieci persone alla volta, con intervalli di una ventina di minuti fra un gruppo e l’altro.

Davanti al padiglione una ventina di vigilantes in divisa, sparsi a gruppetti, uno solo al controllo, probabilmente gli altri fanno la coda per aspettare il proprio turno da buttadentro.

Finalmente dentro e qui si che le cose cambiano!

Ci viene fornito l’agognato bigliettino elimina code, abbiamo il numero 58 il display non funziona, ma una donna in divisa gialla annuncia a gran voce il numero 50, una ampio spazio tutto intorno a noi con tante sedie per aspettare comodamente seduti.

Nessuno occupa le sedie, in effetti dopo quasi due ore di attesa in piedi fuori con un centinaio di persone davanti, il tuo numerino in mano prossimo ad essere servito con solo poche persone davanti a te.

Nulla ti invita ad usare quel gran numero di sedie che resteranno vuote come le poltrone di Sanremo a godersi anche loro lo spettacolo.

Bene allora altri 40 minuti di attesa, adesso è il nostro turno entriamo.

Un lungo corridoio con postazioni di ascolto a sinistra e cabine di vaccinazione a destra.

Corridoio vaccinazione

Ci sediamo di fronte a due giovani operatori sanitari che controllano i nostri documenti e i moduli compilati:

  • Trattamento Dati
  • Modulo Consenso
  • Autocertificazione
  • Scheda Anamnestica

Tolte le prime due schede standard di consenso al trattamento dati e la terza per dichiarare di essere uno dei soggetti destinatari di vaccinazione, nel nostro caso operatori scolastici, la quarta scheda è l’unica degna di nota.

La nostra scheda di anamnesi era completamente compilata tranne su un punto relativo alle cardiopatie.

Discutiamo con i due giovani, presumiamo medici, sul qualche extrasistola lo scorso anno, ma ci rassicurano e mettiamo così l’ultima crocetta mancante e la firma.

In fondo al foglio firmiamo noi ma anche il medico o paramedico attesta l’anamnesi apponendo anche lui la firma, quindi?

Ci poniamo qualche domanda?
E’ una autocertificazione protetta?
Non è una autocertificazione, vista la firma del medico/paramedico?

Non si capisce, fatto sta che viene fatto tutto in fiducia, magari chiedere al medico curante di supportare la dichiarazione con un suo benestare sarebbe stato più sicuro.

Noi questo l’abbiamo fatto in modo informale, abbiamo chiamato il medico curante e gli abbiamo sottoposto le domande per essere confortati in modo scientifico e consapevole.

E’ arrivata l’ora della punturina …

Ci spogliamo, attendiamo con ansia l’ago.

NESSUN DOLORE E’ PIC 🙂

Siamo quasi alla fine della “giornata vaccinazione”, non ci resta che recarci al banco di prenotazione del richiamo.

Ci sediamo, attendiamo i tempi tecnici del sistema, e ci viene consegnato un foglio con la data in cui effettuare il richiamo.

Controlliamo la data: 25 Maggio alle 10/11 martedì.

“Mi scusi io il martedì a quell’ora non posso” dice il nostro gancio.

E per risposta riceviamo un bel “Me lo doveva dire prima”

Ma nessuna domanda sulla preferenza di data ci era stata posta, l’intervallo di scelta andava dal 21 al 26, ma in autonomia l’operatore ha scelto per noi ignorando qualsiasi nostra esigenza.

Questi operatori, che hanno ricevuto una investitura in qualche modo istituzionale, ritengono di poter decidere senza curarsi di qualsiasi esigenza del paziente.

Restiamo allibiti dall’arroganza operativa e dalla totale mancanza di rispetto delle vita del cittadino.

Ok cambieremo noi i nostri programmi per quel martedì e evitiamo il problema di cancellazione, nuova prenotazione e attivazione di altre sofisticate procedure che sembrano davvero complicate.

“Si accomodi nella sala di attesa e attenda 15 min poi se sta bene può andare.

Riusciamo a trattenerci ancora per soli 5 minuti, poi decidiamo che è davvero troppo, torniamo a casa.

Attendiamo la febbre di stasera.

A proposito si sentivano tanti che nell’attesa prendevano la Tachipirina a scopo preventivo.

La Menarini che produce la Tachipirina sicuramente subendo il calo di consumo per raffreddori e febbre grazie all’uso delle mascherine avrà ben pensato di informare i medici di proporre questa dose preventiva che sicuramente non ha alcun vantaggio a meno di riempire le casse della casa farmaceutica.

Redazione

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