Bruxelles, 10 feb. (askanew) – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha rivendicato l’azione positiva e solidale dell’Ue per i vaccini contro il Covid-19, ma ha ammesso che ci possano essere stati ritardi, un eccessivo ottimismo e troppa fiducia nella capacità produttiva dell’industra farmaceutica.
"Abbiamo sottovalutato la difficoltà legata alla produzione di massa – ha detto parlando alla plenaria a Bruxelles – normalmente, ci vogliono da 5 a 10 anni per produrre un nuovo vaccino. Noi l’abbiamo fatto in 10 mesi. Questo è un enorme successo scientifico, e dovremmo essere giustamente orgogliosi, in un certo senso la scienza ha superato l’industria". "L’industria però deve eguagliare il ritmo innovativo della scienza" ha detto.
Von der Leyen ha citato l’Italia tra gli esempi positivi per il livello di immunizzazione ribadendo la volontà di raggiungere l’obiettivo di vaccinare entro l’estate il 70% della popolazione adulta in Europa".
"Tuttavia – ha ammesso – oggi non siamo dove vorremmo essere nella lotta contro il virus. Siamo arrivati in ritardo nel concedere le autorizzazioni. Siamo stati troppo ottimisti sulla produzione di massa. E forse abbiamo anche dato per scontato che le dosi ordinate sarebbero arrivate in tempo. Dobbiamo chiederci perché questo è successo e quali lezioni possiamo trarne.
"Eppure – ha ammesso von der Leyen – oggi non siamo ancora arrivati là dove avremmo voluto essere nella battaglia contro il virus: siamo arrivati in ritardo con le autorizzazioni, siamo stati troppo ottimisti per quanto riguarda la produzione di massa dei vaccini e forse siamo stati un po’ troppo sicuri del fatto che le quantità ordinate sarebbero state consegnate in tempo utile. Dovremmo chiederci perché è successo questo e quali insegnamenti possiamo trarne per il futuro".
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