Roma, 12 feb. (askanews) – Australian Open a Melbourne, in Australia, senza pubblico. Solo per i tennisti che competeranno tra loro come se fossero chiusi in una bolla.
Nello stato di Victoria, il secondo più popoloso del paese, si è deciso di chiudere tutto per cinque giorni per tentare di frenare i contagi di covid-19 dopo un focolaio della variante britannica molto contagiosa. "Non possiamo aspettare e vedere come evolve la situazione o sarà troppo tardi" ha detto il premier dello stato di Victoria Daniel Andrews. "Ci saranno solo quattro ragioni per lasciare la propria abitazione: fare acquisti di beni e servizi necessari, solo quando se ne ha davvero bisogno e solo di ciò di cui si ha bisogno. I vittoriani lo sanno bene, lo abbiamo già fatto. I vittoriani sanno cosa fare e sanno che queste tattiche, questo tipo di risposta funziona".
Un altro duro colpo al primo Grande Slam dell’anno, già iniziato in ritardo per permettere ai giocatori internazionali di mettersi in quarantena, con migliaia di fan distanziati, una delle più grandi folle viste nel tennis dall’inizio della pandemia. Ma il gioco non si ferma.
"I giocatori hanno reagito bene – ha commentato Craig Tiley, ceo di Tennis Australia e direttore dello Slam – hanno capito. Non possono andare in giro per la città di Melbourne, andare a visitare la nostra grande regione di Victoria, questo è previsto nei prossimi cinque giorni. Tutti noi ci atterremo alle restrizioni".
Un impatto finanziario importante comunque ci sarà. E per i tifosi tanta delusione: "E’ triste che ci perderemo il tennis, ma oggi un po’ ce lo siamo goduto, dobbiamo essere positivi e grati per quello che abbiamo avuto". "Peccato che nessuno possa vedere partite per i prossimi cinque giorni. Speriamo che qualcuno torni per le finali".
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