Per la prima volta al Vinitaly si è affrontato con due approfondimenti e un’area degustazione il tema dei NoLo, i vini (e le bevande) No e Low Alcohol, trend di mercato di cui si parla molto, soprattutto dopo l’approvazione anche in Italia della legge per la produzione di vini totalmente o parzialmente dealcolati già vigente dal 2021 in Europa. E se i dati parlano di una crescita del 38 per cento da qui al 2028, sono tante, ancora, le questioni aperte: intanto, la chiarezza rispetto alla differenza tra i vari prodotti. Poi: la qualità delle referenze in circolazione. E anche alcuni inghippi legislativi. Partiamo dai prodotti: ne esistono diverse categorie. Veri e propri vini dealcolati (vini a cui viene tolto parzialmente o totalmente l’alcol, che ricadono sotto la categoria vino anche da un punto di vista legislativo), bevande a base di mosto d’uva fermentato, bevande a base di acqua e aromi, ma anche vino dealcolato usato come base a cui si aggiungono aromi naturali. In questo ultimo caso, si passa dunque dalla categoria vino a quella delle bevande, perché per legge al vino non si possono aggiungere aromi. Il consumatore deve dunque leggere bene le etichette, capire cosa sta comprando e soprattutto guardare con attenzione calorie e quantità di zucchero. Un’altra tendenza è l’early harvest, cioè i vini a gradazione alcolica leggera (8-9-10 gradi) che vengono prodotti già così, lavorando appositamente in vigna per mantenere le uve a concentrazione zuccherina ridotta ( Alessandra Dal Monte / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cucina/vinitaly-2025-nolo-vini-o-bevande-nostri-tre-assaggi/659e677e-153c-11f0-8689-be42da33cd6d