Roma, 1 mar. (askanews) – Un "certificato digitale" riconosciuto in tutta l’Ue con dati relativi allo stato di salute delle persone rispetto al Covid-19, compresa l’eventuale vaccinazione, al fine di facilitare il passaggio dei cittadini Ue alle frontiere per motivi di lavoro o per turismo. È l’obiettivo di una proposta legislativa annunciata oggi, a sorpresa, dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sul suo account Twitter.
"Presenteremo questo mese una proposta legislativa per un ‘Green Pass’ digitale", ha twittato von der Leyen, precisando che "l’obiettivo sarà fornire: 1) la prova che la persona è stata vaccinata; 2) i risultati dei test effettuati per coloro che non hanno ancora potuto essere vaccinati; 3) informazioni sulla guarigione per chi ha contratto il virus Covid-19".
Il certificato, ha aggiunto la presidente della Commissione, "rispetterà la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy."
Il "Digital Green Pass", secondo quanto sottolineato da von der Leyen, "dovrebbe facilitare la vita degli europei. L’obiettivo è consentire loro di muoversi gradualmente in sicurezza nell’Unione europea o all’estero, per lavoro o per turismo".
Secondo quando spiegato dalla presidente della Commissione in un incontro ristretto con la stampa tedesca a Bruxelles, ci vorranno comunque diversi mesi prima che la proposta diventi realtà: è necessario infatti individuare una tecnologia adeguata per consentire il green pass digitale in 27 paesi. Senza contare il dibattito politico: mentre i paesi Ue per i quali il turismo è cruciale, come quelli mediterranei, spingono per un provvedimento del genere, alcuni Stati membri fra cui proprio Francia e Germania hanno avanzato perplessità, in quanto si verrebbe a creare una discriminazione fra una minoranza di popolazione vaccinata, che sarebbe libera di muoversi liberamente senza test o controlli, e tutti gli altri. Un problema di diritti ma anche sanitario, dato che l’efficacia dei vaccini non è mai garantita al 100%.